(Immagine: "Nobody likes me" di Bansky)
L’adolescenza è un periodo di vita foriero di grandi cambiamenti che coinvolgono non solo la sfera biologico-ormonale, ma anche quella psicologica, sociale, sessuale, cognitiva, relazionale e legata all’autonomia.
Fino ai 6 anni, nel cervello del bambino, sono presenti molte più connessioni neurali rispetto all’adulto. L’infanzia, non a caso, rappresenta il periodo di massima esplorazione dell’ambiente, in cui il bambino si rapporta con la realtà come fosse una spugna, assorbendo tutto ciò che può apprendere dagli altri e dall’esperienza.
In età scolare, invece, l’espansione neurale rallenta, le connessioni sinaptiche cominciano a consolidarsi, per giungere, infine, al fenomeno del pruning, ovvero uno sfoltimento a livello neuronale, che si verifica in pubertà.
In particolare, le aree cerebrali che subiscono un notevole sviluppo durante l’adolescenza risultano essere l’amigdala, il corpo calloso e il cervelletto; aree deputate alla gestione delle emozioni, alla creatività, al problem solving, all’apprendimento e alle abilità motorie. La corteccia prefrontale, invece, coinvolta nei processi di decision making, pianificazione e inibizione comportamentale, procede con uno sviluppo più lento, che si conclude intorno ai 20 anni.
Per questa ragione, in pubertà, vi è una maggiore propensione all’impulsività e alla ricerca di gratificazione e piacere. L’adolescente, infatti, ricerca la ricompensa come conferma della sua unicità, e la trova non più nei genitori, ma nell’accettazione da parte del gruppo dei pari.
Durante l’adolescenza, inoltre, i giovani cercano di soddisfare il loro bisogno di scoprire sé stessi e la propria identità tramite la sperimentazione.
Tuttavia, è doveroso sottolineare la differenza che intercorre tra comportamenti di sperimentazione e comportamenti a rischio. I primi, infatti, sono caratterizzati da una propensione alla scoperta di nuovi comportamenti, senza mettere in pericolo sé stessi o gli altri.
In risposta all’impulsività emotiva e comportamentale tipiche dell’adolescenza - come già enucleato -, è utile e necessario affidarsi a degli “anticorpi emotivi”. Tra questi, ad esempio, ritroviamo il passaggio dall’agito al pensiero, ovvero prendersi del tempo per fermarsi e riflettere. Il pensiero e la capacità di pianificare, infatti, portano l’adolescente a sentirsi più stabile e padrone di sé, e lo aiutano a distinguere tra una gratificazione immediata (piacere) e strategie efficaci e soluzioni durature (felicità).
Nella società tecnologica odierna, questo bisogno immediato di agire, senza considerazione delle conseguenze, può essere ricercato e persino rinforzato dall’utilizzo dei social media. Difatti, la minimizzazione delle conseguenze può portare ad un uso, spesso inappropriato, delle piattaforme online. Ad esempio, può essere pubblicato online materiale privato che potrebbe provocare disagio e danno a terzi e/o a se stessi, credendo, erroneamente, che i contenuti rimangano privati, anonimi e rimovibili. È quindi necessario un utilizzo consapevole di internet, unitamente alla capacità di empatizzare e di dire di no, immaginandosi nei panni dell’altro per prevedere le conseguenze delle proprie azioni ed evitare, così, che il bisogno di immediatezza prenda il sopravvento.
Inoltre, soprattutto durante l’adolescenza, l’utilizzo inappropriato dei dispositivi tecnologici può comportare una serie di pericoli e rischi non solo da un punto di vista fisico (come, ad esempio, problemi alla salute derivante dall’immobilità prolungata o problemi alla vista), ma anche psicologico e sociale: isolamento, ansia, anaffettività, violazione della privacy, grooming (adescamento), cyberbullismo e cyberstalking.
In particolare, alcuni recenti fenomeni prettamente legati all’utilizzo di internet e dei social media sono, ad esempio:
- Hate speech (istigazione all’odio), ovvero discorsi e pratiche online che esprimono odio, intolleranza e discriminazione verso un gruppo o una persona;
- FOMO (“fear of missing out”, paura di essere tagliato fuori), ansia sociale correlata all’uso eccessivo dei social network, caratterizzata dal desiderio di stare continuamente connessi con quello che gli altri stanno facendo e dalla paura di essere esclusi;
- Hikikomori, termine giapponese per indicare chi decide di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi, rinchiudendosi nella propria abitazione senza avere contatti diretti con il mondo esterno;
- Vamping, fenomeno per cui, come i vampiri, i giovani rimangono svegli tutta la notte per socializzare e partecipare ad una sorta di cybercomunità notturna;
- Sexting, ovvero lo scambio o la condivisione, tramite cellulare e internet, di testi, immagini o video sessualmente espliciti in cui spesso si ritrae sé stessi.
Inoltre, nel periodo adolescenziale, caratterizzato dalla ricerca della propria identità, i social network rappresentano uno strumento attraverso il quale i giovani possono esprimere la propria identità digitale, scegliendo quali aspetti di sé mostrare - perché percepiti come più apprezzati e apprezzabili – e quali, al contrario, escludere – in quanto rischierebbero di danneggiare la propria “reputazione” online. Popolarità e visibilità diventano parametri fondamentali, i quali, tuttavia, portano spesso a confondere “essere” con “apparire”.
Poiché il web sembra non avere confini e ci porta ad essere sempre connessi, i limiti spesso si confondono. Per proteggersi dai pericoli e giungere ad uso consapevole e responsabile del materiale online, è quindi importante tenere a mente tre concetti fondamentali: il pudore, l’intimità e la privacy; strumenti indispensabili per ristabilire un confine tra Sè e Altro, per custodirci e rispettarci reciprocamente.
Ovviamente non si vuole demonizzare l’uso degli strumenti tecnologici e di internet; se utilizzati in modo appropriato, infatti, possono offrire una modalità di apprendimento collaborativo, assistere in situazioni di emergenza, aiutare i giovani a trovare le informazioni di cui hanno bisogno e facilitare la comunicazione con gli altri. Si vuole, tuttavia, stimolare una riflessione e offrire non solo diversi punti di vista, ma anche degli strumenti utili all’adolescente.
Per concludere, di fronte alle sfide tipiche del periodo adolescenziale, a cui si aggiungono quelle poste dal web, è necessario incoraggiare gli adolescenti ad accettare, piuttosto che demonizzare, il proprio vissuto e il proprio sentire, ad accettare i propri errori e limiti, e a sperimentarsi liberamente, con consapevolezza ed empatia.
di Valentina Bottiglieri (Psicologa - Psicoterapeuta)