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L’ombrello delle identità di genere
- (immagine da Sinapsi)
Identità di genere
L’identità di genere è il profondo senso soggettivo di appartenenza alle categorie sociali e culturali di “maschio/femmina”. Può essere binaria o non binaria. Il genere binario, è la classificazione di sesso e genere in due forme mutualmente esclusive maschio-femmina. Il genere non binario definisce quelle identità di genere che non sono strettamente né maschili né femminili.
Chi si riconosce nel sesso assegnato alla nascita e si conforma al relativo genere è detto cisgender, chi non si riconosce nel sesso o nel genere assegnato alla nascita si definisce transgender.
Tutte le società hanno una serie di categorie di genere che possono servire come base per la formazione dell’identità di genere delle persone in relazione agli altri membri della società.
Ma vediamo più nel dettaglio alcune delle innumerevoli identità di genere esistenti nella comunità LGBTQ+.
Transgender
Il termine transgender è un termine ombrello che indica tutte le persone con un’identità di genere non corrispondente al genere e/o al sesso assegnato loro alla nascita. Si definiscono transgender, quindi, le persone che si identificano in modo transitorio o persistente con un genere diverso da quello assegnato.
Le persone transgender possono provare disforia di genere (malessere dato dalla discrepanza tra le caratteristiche sessuali e l'identità di genere) e decidere di operare una transizione verso il sesso cui sentono di appartenere attraverso trattamenti medici come la terapia ormonale o la riassegnazione del sesso.
Le persone trans subiscono discriminazioni di varia natura, dalle discriminazioni sul posto di lavoro, al misgendering, ovvero l’utilizzo volontario del genere sbagliato per riferirsi alla persona (es: riferirsi a una donna trans al maschile), all’utilizzo del deadname (il nome che la persona aveva prima di intraprendere la transizione o che non decide più di usare in favore di un altro che si allinea maggiormente con la sua identità di genere).
Inoltre, anche utilizzare la parola “trans” come sostantivo e non come aggettivo è discriminatorio, in quanto l’essere transgender è una semplice caratteristica della persona e non ne descrive l’esistenza. Il modo corretto per rivolgersi a queste persone è infatti “uomo/donna transgender”.
Non-Binary
Il termine non-binary è un termine ombrello che racchiude tutte quelle identità che non riconoscono la costruzione binaria del genere e che operano un esercizio critico del genere, non ritendendolo qualcosa di dato una volta per tutte.
Le persone non binarie possono soffrire di disforia di genere, anche se spesso provano più disforia sociale, ovvero avversione per il proprio nome assegnato alla nascita, per linguaggio e pronomi che identificano la persona secondo il suo sesso e non secondo la sua identità di genere, o per i ruoli di genere imposti. Inoltre, spesso ma non sempre, le persone non binarie non rifiutano aspetti attribuiti al genere maschile o femminile, utilizzando o rifiutando aspetti dei costrutti di genere che sentono più vicini al loro modo di essere.
L’identità non binaria può essere vissuta e declinata in molti modi diversi. Questo ha portato a una gamma di definizioni molto vasta che può dare un’idea del rapporto che queste identità hanno con i due generi “canonici”. Vediamone alcune nello specifico.
Multigender
Il termine multigender è utilizzato per chiunque abbia più di una identità di genere. Le persone multigender possono avere due o più identità di genere nello stesso momento, oppure possono cambiare identità di genere nel tempo. Le identità che sperimentano possono essere femminili, maschili, non binarie o senza genere.
Il termine può essere usato come identità di genere a sé stante o come termine ombrello.
Le identità multigender includono anche le persone pangender (tutti i generi), che sperimentano una molteplicità di identità di genere, simultaneamente o in maniera fluida nel tempo. Le persone pangender riconoscono l’esistenza di così tanti generi da essere impossibile elencarli tutti. Essere pangender significa quindi “avere tutte le identità di genere che è possibile avere”, ovvero identificarsi in tutti i generi noti e in quelli ancora sconosciuti.
Genderfluid
Le persone genderfluid hanno un’identità di genere che oscilla lungo lo spettro di genere variando nel tempo. Possono in qualsiasi momento identificarsi come maschio, femmina, agender o qualsiasi altra identità non binaria.
Agender
Il termine agender, letteralmente “senza genere” può essere visto come una dichiarazione di non avere un’identità di genere o come un’identità non binaria. Le persone che si identificano come agender possono descriversi come:
- senza genere;
- di genere neutro, nel senso di non essere né uomo né donna pur avendo ancora un genere;
- persone che non si allineano con nessun genere;
- persone che decidono di non etichettare il proprio genere;
Genderqueer
Il termine genderqueer è un termine generico usato per descrivere qualsiasi identità di genere diversa dall’identità di genere maschile e femminile. È un termine ombrello che include chiunque non sia cisgender o eterosessuale. Si identifica genderqueer chiunque ritenga di avere un’identità di genere non conforme con il sesso attribuito alla nascita, né con la dicotomia binaria maschio/femmina.
Le persone genderqueer possono quindi appartenere a un terzo genere, a entrambi o a nessuno, e possono scegliere un percorso medicalizzato per avvicinarsi di più alla rappresentazione fisica che sentono propria.
Genderqueer può essere utilizzato anche per riferirsi a qualsiasi persona che trasgredisce le distinzioni tradizionali di genere, indipendentemente dalla loro identità di genere auto-definita.
Come abbiamo visto, la concezione di genere si è molto ampliata nel corso del tempo, andando a includere identità che non rientrano nel dualismo uomo-donna. Per comprendere la natura di costruzione sociale del genere è interessante guardare ad altre culture non occidentali, che presentano una struttura sociale che riconosce più di due generi. Ad esempio, nella cultura dei nativi americani, è riconosciuto un terzo genere, “Two-Spirit”, proprio di persone che hanno una doppia spiritualità, maschile e femminile.
Il genere è categorizzato secondo stereotipi sociali, spesso limitanti e opprimenti anche per le persone cisgender. Applicare una visione fluida e non binaria del genere non è solo un modo di autodeterminarsi, ma è costituisce anche una forma di dissenso verso un sistema che può impedire la libera espressione di sé.
Ciò che la comunità LGBTQ+ sta cercando di portare alla luce, oltre alla necessità di acquisire maggiore visibilità, è la volontà di liberarsi da stereotipi limitanti, di vivere la propria vita nel rispetto della propria e altrui individualità, senza giudizi e pregiudizi.
Rispettare ciò che si è. Essere ciò che si è. Senza costrizioni, ascoltando la parte più intima di ognuno di noi e vivendo appieno la vita, liberi da gabbie che ci impediscono di volare alto, verso l’arcobaleno.
Di Erica Manta