““Ero con i miei amici di paese al mare…vedo una televisione nell’acqua con lo schermo spento.”
“Ero in una casa al mare affacciata al balcone..”
“Mi trovavo al mare con una bambina piccola che dovevo salvare dalle onde perché si era incastrata tra gli scogli.”
“Gioco con due cani sulla sabbia con lo sfondo del mare”,
“Abbiamo camminato intorno al lago, alcuni di loro volevano tuffarsi ma poi non l’hanno fatto.”
“Ci fermiamo vicino al fiume e con una ciotolina raccogliamo dei girini”
Il sogno si esprime mediante un linguaggio onirico, la cui caratteristica fondamentale è quella di essere costituito prevalentemente da immagini. Sarebbe impossibile interpretare i sogni in questo lavoro, ogni immagine va necessariamente contestualizzata all’interno della vita del sognatore per trovarne la giusta collocazione; il nostro intento è quello di soffermarci sulle immagini condivise evocate durante questa emergenza Covid-19 amplificandone il significato archetipico.
L’attività di ricerca ha preso in esame una raccolta di circa 160 sogni di adolescenti e giovani adulti. Sono stati messi a confronto i risultati emersi nel periodo del lockdown (fino al 30 aprile) e quelli della fase 2 dell’emergenza Covid-19. È emersa un’evidente preponderanza femminile: infatti circa il 13% del campione è composto da maschi, mentre l’86% da femmine; probabilmente vi è una maggiore facilità delle ragazze a stare in contatto con le immagini interne.
Un dato interessante è rappresentato dalla presenza dell’elemento acqua nei sogni. A tal proposito, nella prima fase l’acqua è emersa in circa il 29% dei sogni, declinata nelle sue diverse forme (mare, lago, fiume, pioggia, nebbia, ecc.); mentre nella seconda fase soltanto il 6,5% degli adolescenti ha sognato elementi acquatici. Questa discrepanza ci ha portato a riflettere sulle possibili evocazioni che l’elemento acqua ha determinato nella psiche di questi ragazzi nel momento critico del lockdown.
L’acqua è un elemento archetipico che ci accompagna dalle origini con il mare uterino delle nostre madri fino alle traversate metaforiche che l’uomo compirà in ogni suo passaggio evolutivo.
L’uomo ha sempre subito il fascino dell’acqua. Quando visitiamo una città, l'iter prevede sempre visite a fontane o passeggiate lungo un eventuale fiume o lungomare; è innegabile l'impatto che ha su di noi la visione del mare, o di un lago, pensiamo ad esempio a quando i bambini vedono il mare per la prima volta!
L’acqua, nella molteplicità delle forme che può assumere, dà luogo a diverse chiavi di lettura: l’acqua che fluisce, acqua che staziona, acqua che sgorga dalla terra e che vi si inabissa, acqua sotterranea, acqua piovana che fa nascere la vita, diluvio che tutto distrugge, lasciando una speranza di vita.
In molti miti che illustrano la creazione del mondo l’acqua è vista come “flusso primordiale”, che contiene un duplice significato simbolico, poiché da un lato rappresenta una forma di vita, quindi la nascita, dall’altro riferisce un elemento di dissoluzione e di annegamento. In merito a questo secondo punto infatti, i diluvi universali intervengono per interrompere i cicli di vita antichi e annientare ciò che non è gradito agli dei.
L’Oceano è molto simile alla profondità della nostra mente; entrambi possono essere la forma visibile ed invisibile della stessa realtà; entrambi, infatti, hanno luoghi profondi ed impenetrabili. Così come l’Oceano può inghiottire navi gigantesche, i piccoli elementi della nostra coscienza possono essere sovrastati dalla profondità della nostra psiche (Il libro dei simboli, Taschen, 2011).
Il lago invece è “un grande occhio sereno che assorbe tutta la luce e ne fa un mondo” (G. Bachelard, Psicoanalisi delle acque: purificazione, morte, rinascita). Ciò riconduce all’illusione trasmessa dai laghi, poiché essi, apparentemente elementi di tranquillità, nascondono creature acquatiche che con l’inganno attirano viandanti e nuotatori verso il profondo (inconscio). Il lago è calmo/invitante e scuro/profondo allo stesso tempo.
Nell’era celtica le sorgenti di acqua, abitate da ninfe, avevano un valore sacro, in quanto indicavano prodigalità della Madre Terra, e le popolazioni erano solite offrire loro dei doni in cambio di fortuna e ricchezza. Anche noi, oggi, abbiamo ereditato l’usanza di gettare monete nelle fontane affinché i nostri desideri vengano esauditi (H. Biedeermann, Enciclopedia dei simboli, Garzanti Editore, 2011).
L’acqua implica movimento, prendiamo per esempio l’immagine del fiume, un corso d’acqua che attraversa due rive muovendosi come il tempo. Metaforicamente parlando, simboleggia la vita attraverso il suo scorrere, il suo movimento, le sue correnti pericolose.
Il movimento ondoso e il fluire appaiono in forte opposizione rispetto alla staticità della quarantena, alla secchezza (o deprivazione) della dimensione della malattia.
Quando un’immagine onirica viene inumidita, è probabile che essa stia cominciando a diventare più psichizzata, il tema dell’umido può essere letto come un elemento di riavvicinamento tra elementi del mondo e le immagini interne dell’essere umano. (Hillman, 2003. “Il sogno e il mondo infero”)
Dunque, l’acqua può assumere molti significati ambivalenti che si possono sintetizzare attorno a quattro nuclei: vita, morte, rinascita e purificazione.
In diverse religioni e in alcune fiabe l’acqua assume significati simbolici di purificazione e salvezza come in ogni cerimonia di benedizione e consacrazione. La purificazione in particolare, è sempre stata rappresentata dalla pioggia o dal bagno (ad esempio quello battesimale). Probabilmente queste ultime immagini, emerse in questo tempo del Covid-19 sono collegate alla speranza di una prossima guarigione ma anche all’immagine della decontaminazione.
Forse questo fluire, che caratterizza soprattutto i sogni della primissima fase della pandemia, è collegato in qualche modo al fatto che l’inconscio adolescente sia stato in stretto contatto con elementi fondanti della vita e del pianeta; così come il loro inconscio è stato fortemente calamitato verso dimensioni acquatiche, contemporaneamente le acque di Venezia tornavano limpide e i delfini si riavvicinavano alle coste…
La nostra ricerca si è rivolta agli adolescenti perché proprio nel periodo di “sospensione temporale” della quarantena, è come se fossero stati messi un po’ da parte, se fossero momentaneamente spariti. Nel giro di due settimane sono stati catapultati in una dimensione tra letargo e presa di coscienza, con un occhio agli schermi e uno al mondo degli adulti; adulti completamente disorientati, proprio in un momento della propria esistenza in cui il disorientamento è caratteristica imperante. Nonostante gli adolescenti di oggi siano immersi nel mondo del digitale (immersione notevolmente amplificata durante il periodo del lockdown), hanno fatto sogni in cui non ci sono guerre, mondi fantastici e personaggi delle serie tv, bensì compaiono spessissimo elementi naturali proprio come l'acqua!
Sembra che i ragazzi non siano rimasti fedelmente legati alle immagini delle loro visioni diurne, ma che, anzi, di notte abbiano contattato luoghi altri: in effetti, la simbologia dell’acqua rimanda ad un viaggio nelle profondità della nostra psiche, proprio perché legata ai temi della nascita, della morte e della rinascita in un percorso interiore che porta alla ricerca della propria individuazione.
È quindi interessante notare come i giovani adolescenti, mentre ci appaiono strettamente connessi al digitale (che implica una certa staticità nel virtuale), in realtà siano stati fortemente connessi al mondo della natura emerso dai loro sogni: gli elementi naturali, e in primo luogo l’acqua, implicano movimento e quindi una spinta verso il futuro.
Nell’Iliade l’Oceano è all’origine del mondo, “nutre” tutti i corsi d’acqua, e al tempo stesso in lui confluiscono tutti i fiumi e tutti i mari, delineando il confine della Terra, oltre la quale si trovavano le tenebre (Omero, Iliade, libro XIV, v. 246). Oltre il confine delimitato dal mare, si trovano le tenebre di questo virus pericoloso respirato a livello globale... forse, proprio per questo, l’inconscio di molti adolescenti in questo periodo di isolamento, ha espresso il bisogno di rimanere in contatto con l’anima del mondo!
di Irene Di Luca e Tenisia Cardamone
Foto di Valentina Bottiglieri